Il termine “Smart Drugs” (“droghe furbe”) appare nella letteratura scientifica negli anni ′90 del ventesimo secolo per indicare tutti quei composti di origine naturale o sintetica in grado di agire sulle “performance” generali dell’individuo.
Mentre alcune di queste sostanze sono semplici integratori dietetici, miscele di vitamine, oligoelementi, aminoacidi, altre possiedono presunte o accertate proprietà psicoattive.
Il determinante comune di tutte le “Smart Drugs” è in ogni caso la mancanza di informazioni scientifiche per quanto riguarda il potenziale di abuso di queste sostanze con caratteristiche tali da essere incluse nell’elenco delle sostanze stupefacenti soggette a controllo (DPR 309/90) e quindi includerle nelle leggi vigenti sugli stupefacenti.